Marco Mannucci ha detto...

dossier le storia del budda

Ciao a tutti, ragazzi vorrei lasciarvi una poesia che ho scritto a mio fratello... Spero con il cuore, per chi avrà la pazienza di leggerla che possa essere una fonte di incoraggiamento.

Vieni fratello mio
vieni qua in alto
a vedere il dolore
con me. Come il tuo
era il mio vestito:
come te ero io
fratello mio.



Da qui l'immane
montagna che ti schiacciava
la sua ombra che tutto ti oscurava
non si rivela nient'altro che un punto:
Lontano
immerso nel cuore
ti stava un macigno:
E te ne andavi (ti sembrava ovunque)
che legato a una catena compivi
il girotondo inesorabile delle tue paure
come un orrido gioco
che tu schiavo-pedina
fossi costretto a giocare.
Qua,
che la mia mano è nella tua quando occorre
che la mia parola ti sostenta
se il tuo cuore ha fame
che il mio ascolto tace
se il tuo occhio piange
mai rivelate parole
sarai tu allora per altri
ciò che io sono stato per te;
tu per altri farai
quel che io ho fatto per te:
tu ed io fratello, di fronte,
a valle il mondo ci attende.
La, non ci sono
nemici in carrne ed ossa
ma solo foglie a galleggiare
sopra il letto del loro fiume:
il vero nemico alberga in loro.
Potrei poco io, da solo
muovergli contro:
forse la sfiducia
uno dei mille volti che quello ha
riconquisterebbe il terreno in un attimo
che lottando a sottrargli
sono andato nel tempo.
Ma sapere che tu ci sei , fratello mio caro
che la mia mano è nella tua mano
mi fa invincibile.
Noi, che la pace nel mondo
è la nostra missione,
entrambi lo sappiamo.
Qua in alto
il dolore e la morte si fanno
(è dura pensarlo ma così è)
occasioni
e malattia e vecchiaia non ci fanno paura.
Quanto piccoli da qui sono
collera ,avidità,
l'inferno, l'animalità.
Sappiamo
che non sono più che un punto
e sappiamo anche noi di averne:
ma è qui in queste due parole
che sta la nostra invincibilità:
noi sappiamo
e sapendo tutto ciò ci appare
di un'effimera consistenza.
Qua in alto, dov'è che noi sappiamo,
niente ci travolge e ci trascina giù.
Ma vediamo gli uomini
e la compassione ci spinge a loro.
Sappiamo della nostra forza
e non ci fa paura stare
tra cuori che ancora non sanno.
La nostra missione
è il seme da gettare
su di un'arida superficie
un dubbio da sollevare
con la forza della nostra certezza,
una scintilla da risvegliare
sotto una coltre di cenere spessa
mille e ancora mille offese.
Ah il profumo dei fiori,
sentiamolo uomini;
un brivido sulla schiena
vi riveli il suo miracolo.
Oh nubi del cielo
spinte dal vento
in un galoppo tumultuoso.
Sia la gioia per voi, uomini
nel pianto dell'istante.
Oh tepore del sole d'aprile
che dalla pelle del volto discende
a scaldarvi il cuore
in un sussulto incontenibile.
Oh uomini,
che sprecate la vostra umanità
che inseguite
con la punta delle dita
la traccia di disegni illusori:
sia desiderio per voi
occasione solamente
a divenire infine
mani protese le vostre
e i vostri cuori, impavidi
e non il compiersi di esso sia
la vostra vera vittoria.
Oh armonia di tutto che campeggi in noi
oh noi, che di tutta l'armonia siamo
parte e insostituibile funzione.
Gioia e sofferenza
ci ammaestrino alla vita
la mia mano nella tua è il sole
e quell'unica cosa che sono
non soffrirà più, non più
il freddo di chi è solo
nell'inverno del suo cuore.
Verrà alla terra il suo raggio,amici
fratelli, tra voi che ancora non sapete
a rendervi parte della sua
inestinguibile fiamma.
Si farà silenzio se lo vorrete
o diremo parole
lievi o scabre alla bisogna,
tutto per dirvi che siete
tutto per dirci che siamo
nell'immenso universo
immensi. universi.

(Commento del 16 giugno 2012)
stampa la pagina